AGLI ARTISTI BISOGNA DIRE LA VERITÀ

Bisogna dire la verità agli artisti. Tra chi parla di vendite, chi di mostre, chi di successo, i pittori vengono quotidianamente bombardati da guru dell’arte che promettono miracoli, aste, esposizioni sulla Luna. La verità, purtroppo, è una doccia fredda.

Bisogna dire la verità agli artisti: qualunque attività lavorativa necessita di pubblicità per arrivare ai clienti.

E, che si tratti di un’azienda, di un professionista… che si tratti di vendere un prodotto o un servizio, comprese opere d’arte, tutti hanno bisogno di arrivare agli altri per trovare qualcuno interessato al loro lavoro.

Perciò, nel 2022, è fuori da ogni logica parlare di esporre gratis, oppure di percentuali sui prezzi delle opere vendute.

Tuttavia, ci sono ancora persone che pretendono di esporre gratis.

La cosa singolare è che molte pretendono l’esposizione gratis, poi le vedi nel catalogo prestigioso che costa non meno di seicento euro per un trafiletto scritto dall’artista stesso e per una foto minuscola di un’opera in bianco e nero.

C’è un’assenza di logica per cui vale la pena fare chiarezza.

DAVVERO È POSSIBILE ESPORRE GRATIS?

Esporre gratis che cosa significa?

Se un pittore volesse esporre in zona centrale a Milano, a Roma o a Firenze, come potrebbe fare?

Pasquale Di Matteo con giapponesi
Pasquale Di Matteo con artisti giapponesi

Se non volesse pagare i servizi di una galleria d’arte, e nemmeno quelli di un organizzatore di eventi, dovrebbe fare tutto da sé. Il che significa investire tempo e denaro in spostamenti in auto e/o con i mezzi per sbrigare le varie pratiche per allestire la mostra.

In primo luogo, bisogna trovare un luogo adatto e pagare affitto e spese di energia e gas per tutta la durata dell’evento, più qualche giorno prima e dopo, per allestimento e dismissione della mostra.

Poi ci sarà da individuare chi resterà nella sala durante le ore di apertura al pubblico. Se il pittore lo fa in proprio, deve usare giorni di ferie, oppure perderà soldi da un lavoro autonomo che non potrà effettuare mentre è impegnato alla mostra.

Se trova una persona disponibile, maggiore è la competenza della persona scelta, maggiore sarà il compenso richiesto.

Assai improbabile che trovi qualcuno che abbia tempo libero e che lo metta a disposizione gratis.

Poi c’è l’aspetto pubblicitario da avviare: scelta del profilo di comunicazione che si vuole adottare in base al tema della mostra, al luogo, al contesto, alla città… alle mille dinamiche che qualunque professionista conosce, ma che non è detto siano competenze anche di chi voglia mettersi in proprio.

Una volta realizzata la locandina, bisogna postare sui social continue pubblicità della mostra. Creare un evento, magari un blog dedicato.

Bisogna scrivere almeno un articolo che presenti l’evento.

Dopodiché, si dovranno portare le opere nel luogo della mostra, sballarle e allestire la sala, mentre si continua a pubblicizzare la mostra quotidianamente.

Pasquale Di Matteo in Campidoglio, Roma
Pasquale Di Matteo in Campidoglio, Roma

Il giorno del vernissage? Interviene un critico? Un giornalista? Un professore d’arte? Intervengono gratis? E il buffet? Anche se preparato dall’artista stesso/a, dalla mamma, dall’amico… ma gli ingredienti e le bibite chi li paga?

Terminata la mostra, le opere andranno imballate di nuovo e riportate a casa. Tutte attività semplici, ma che richiedono tempo.

Quindi, a meno che un pittore non disponga di sale di proprietà in ogni città in cui voglia esporre, e ammesso che non abbia amicizie influenti nei gestori delle società di gas e luce, realizzare l’evento in proprio gratis non è possibile, se non in qualche sala di piccoli paesi di provincia.

Inoltre, nella realizzazione di una mostra semplice appena descritta, manca tutto il lavoro di ufficio stampa in itinere e successivo alla mostra. Manca un professionista che racconti l’artista in esposizione, rendendolo accessibile al pubblico. Sempre che l’artista non voglia parlare di sé, ma sarebbe come il vincitore di un concorso premiato da se stesso.

ESPERIENZA CON CHI PARLAVA DI ESPORRE GRATUITAMENTE

Qualche anno fa, mi trovavo in una galleria milanese. Un professore dell’Accademia di Brera cercava di convincere una gallerista a far esporre gratis una sua allieva per una settimana. In cambio, l’allieva avrebbe concesso il 50% dei ricavi sulle opere vendute.

«Questa pittrice è una garanzia. A ogni sua personale ha venduto almeno tre opere.»

Il nome dell’artista non mi diceva nulla, ma anche chi lavora nel mio campo non è detto conosca tutti.

Io mi permisi di intromettermi. «A quanto vende le opere la sua allieva?»

«A non meno di tremila euro l’una.»

Non mi misi a ridere per educazione. Il fatto che una giovane artista sconosciuta venda opere a quelle cifre e che ne venda almeno tre a ogni personale suona come una battuta che ti aspetti a Zelig.

Tuttavia, lo assecondai. «Benissimo. Allora, lei ha la mia parola che la sua allieva esporrà in questa galleria per sette giorni. E lo farà senza sborsare un solo centesimo per esporre. L’unica cosa, dovrà staccare un acconto immediato di 4500 euro per le tre opere che venderà, pari al cinquanta per cento degli incassi, ovvero 9000 euro.»

Il professore trasalì. Strabuzzò gli occhi e sorrise. «Eh, ma… se poi non vende?»

Allargai le braccia. «Ma come?! Un attimo fa vendeva ovunque, almeno tre opere, e adesso ha dubbi? Tuttavia, le spese della galleria sono certe. Durante la settimana di mostra, qui deve restare qualcuno ad accogliere i visitatori, e quel qualcuno va pagato. Le luci non si accendono gratis, tantomeno l’aria condizionata in estate o il riscaldamento in inverno. E la locandina? Le pubblicità per dire alla città che l’artista espone? E il critico che interviene al vernissage, chi lo paga? E il buffet? Se lei è in grado di ottenere tutte queste cose gratis, sono disposto a pagarla purché mi insegni come si fa.»

«Beh, ma se la gallerista sa fare il suo mestiere, saprà vendere.»

«La gallerista non fa il rappresentante, tantomeno il commerciale. Chi fa questo tipo di lavori, in Italia riceve uno stipendio fisso più provvigioni sulle vendite. Non soltanto sulle vendite.

Se poi vuole fare una mostra un artista affermato, tipo Cattelan, non si preoccupi che nessuno gli chiederà un centesimo per esporre. Ma con uno come lui, mi basta mettere un post su Facebook per avere una fila di compratori pronti a sborsare centinaia di migliaia di euro per una sua opera.

La sua allieva cosa può garantire?

Un giocatore di calcio può pretendere cifre mostruose se è Messi, oppure Ronaldo. Può chiedere ottimi ingaggi se dimostra di poter giocare in serie A, ma prima deve fare gavetta e pagare una quota mensile per giocare. Perciò, glielo ripeto: la sua allieva cosa offre alla galleria?»

Restò in silenzio, poi, senza nemmeno salutare uscì. Non l’ho più rivisto, ma non ho neppure mai sentito il nome di quell’artista. E sì che una persona che vende tre opere a mostra dovrebbe avere un certo seguito in Italia. Strano che io ancora non l’abbia mai sentita nominare, né la conoscono i galleristi con cui collaboro da nord a sud.

Pasquale Di Matteo con artisti

LA TRISTE REALTÀ DEI FATTI

La verità è che molti appassionati d’arte, e anche qualche accademico attempato, sono legati a un mondo che non esiste più.

Come ho già spiegato in un altro articolo all’interno di questo blog, che puoi leggere al seguente link, https://pasqualedimatteo.eu/arte-5-motivi-per-cui-non-si-vendono-opere-di-arte/, un tempo le gallerie d’arte vendevano tantissimo, ma oggi non è più così.

Non esiste una domanda di opere d’arte. La gente cerca hamburger, abiti, dispositivi elettronici, auto, ma non quadri da appendere alle pareti di casa, purtroppo.

Una triste verità.

Inutile raccontare balle agli artisti. Oggi per vendere bisogna arrivare alle nicchie. E alle nicchie ci si arriva solo attraverso un percorso di crescita del proprio brand, attuato con una comunicazione efficace e investimenti, come qualunque attività che nasca dal nulla e voglia farsi conoscere dal mercato.

Un tempo, erano le persone a entrare in galleria per acquistare quadri. Tra gli appassionati del colore alle pareti, c’era sempre qualcuno alla ricerca di un quadro. Una coppia di novelli sposi, chi cambiava casa, gli emigrati.

Oggi, queste persone si rivolgono alle tante catene commerciali che vendono stampe a poco prezzo. Robaccia buona da gettare nel camino, ma che fa credere a tanti di risparmiare parecchi soldi. Anche se portano a casa spazzatura anziché l’opera di un pittore che tra qualche anno potrebbe raggiungere quotazioni di un certo livello.

La gente non capisce più il funzionamento dell’arte e, piuttosto di investire su un’opera, guadagnandoci dei soldi con qualche anno di pazienza, preferisce buttare via qualche decina, spesso qualche centinaia, di euro per delle semplici stampe che con l’arte non hanno nulla a che fare.

Poi va ricordato come un tempo non ci fosse Internet. Quando arrivava l’appassionato facoltoso, molti galleristi raccontavano frottole, trasformando un pittore domenicale nel futuro Picasso.

Negli anni, ho conosciuto tanta gente truffata fino all’avvento di Internet.

Oggi, tutti ci rivolgiamo al web per vedere se esiste il nome che ci propongono. E se di un artista non escono elementi su Google, è sicuro che si tratta di uno dei tanti pittori di paese, quelli che al più espongono ai mercatini di Natale e alle sale comunali.

Oggi è imprescindibile essere presenti sul web, perciò è fondamentale investire nell’elevazione del proprio brand. Un pittore senza curriculum, per Internet non esiste. E chi non esiste sul web, non esiste.

Inutile raccontare le frottole agli artisti.

Bisogna esporre. Poco, centellinando gli eventi in base alle proprie disponibilità, tuttavia tenere le opere lontane dal pubblico soltanto perché non si vogliono spendere soldi per esporre è la via più rapida per fallire ancor prima di tentare di sfondare.

Ovviamente, consiglio sempre di evitare gli eventi meno utili, cioè quelli che non accrescono il vostro brand, né vi danno notorietà sul web.

Non ha molto senso partecipare a eventi dove espongono centinaia di pittori, perché nessuno parlerà degli artisti al vernissage. Anche i giornalisti intervenuti non faranno altro che dare risalto all’evento stesso, agli organizzatori, al critico, all’ospite d’onore, ma nessuno dirà una sola parola sull’arte di ciascun artista.

Come potrebbero farlo quando ci sono duecento espositori? Anche solo trenta secondi per ciascuno significherebbe parlare per circa due ore e prepararsi per più di una settimana.

Perciò, il vero problema non è esporre gratis e non pagare, ma esporre negli eventi creati principalmente per fare branding.

Quale caratteristica hanno questi eventi?

La prima, la più importante: sono a numero chiuso. Generalmente, il massimo è venti artisti.

Questo è il mio modo di lavorare. Con massimo venti artisti, parlando per circa un’ora al vernissage, io presento sempre tutti, criticando l’arte e spiegando la poetica di tutti i pittori in esposizione.

Poi, prima, durante e dopo la mostra, i social devono essere bombardati di critiche a tutti gli artisti. I social sono importanti per gli algoritmi dei motori di ricerca. Ci sono moltissimi artisti che hanno avuto mesi di notorietà sul web, dopo aver esposto in miei eventi, mentre sono spariti dopo qualche tempo, non esponendo più.

Attenti al nome altisonante. Molti sono ingolositi dal nome importante, dal critico super famoso. Va benissimo se l’evento è a numero chiuso e se il critico famoso potrà spendere due parole anche per la vostra arte, ma se si tratta di eventi in stile fiera mercato, ci saranno solo tanti soldi da tirare fuori e nulla da ricavarci.

Sempre che voi non siate abili conoscitori di comunicazione, blog, siti, seo e di branding marketing. In tal caso, potrete sfruttare anche un evento fiera, scrivendo e creando voi stessi tutti i contenuti. Cosa che, tuttavia, oltre a competenze, richiede tanto creatività e giorni di lavoro.

Perciò, se un pittore ha ambizione di diventare un artista affermato, deve guardare al futuro. E ciò significa pensare a se stesso come un’azienda e non all’artista del secolo scorso, modello eremita che non investiva un centesimo.

Deve pianificare ogni evento in funzione della crescita sul web. Chi non esiste per il web non esiste nel mondo reale.

Purtroppo, la cosa non vale all’inverso, perché un pittore famosissimo in una provincia italiana potrebbe essere sconosciuto nel resto della nazione se su Internet non esiste.

Perciò, investire è la parola d’ordine.

Investire in maniera intelligente deve diventare il mantra su cui basare tutte le scelte per trasformare una carriera con delle prospettive positive in una carriera che corre a gonfie vele verso il successo.

Io mi occupo anche di comunicazione, disciplina che studio da anni. La comunicazione è fondamentale oggi e lo sarà sempre di più in futuro, proprio in funzione del posizionamento sul web.

Per informazioni, puoi visitare questo link: https://comunicareadarte.com/perche-investire-sui-social-network-per-accrescere-il-brand-aziendale/.

Investire è il motore del successo.

Lo sanno i professionisti. Lo sanno le aziende.

Lo sanno anche tutti gli artisti che ce la fanno.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *